Care Amiche, una giornata di neve e mi ritrovo qui a chiedermi cosa sarà del mio lavoro da casa e fuori casa domani.
Non parlo del “domani”… ma proprio del giorno che arriverà dopo l’oggi.
Perché domani, con molta probabilità, la mia casa sarà sommersa dalla neve, dalla rampa al vialetto….e quando suonerà la sveglia mi porrò la seguente domanda:
“Li sveglio i bambini? Li faccio uscire con tutta questa neve, e con le strade ghiacciate (e la ztl che ci impone di parcheggiare lontani da scuola e di percorrere i marciapiedi tutti ghiacciati)
Per carità, lo so… non viviamo in Siberia, pertanto uscire non sarebbe comunque né pericoloso. né tantomeno crudele. Ma è innegabile che solo un anno fa, quando la mia attività era svolta contemporaneamente dentro le mura domestiche, questa domanda non me la sarei posta.
Avrei seguito il mio istinto e regalato ai miei figli una giornata di coccole e solo a mezzogiorno saremmo usciti al freddo, ma solo un pochino e per giocare assieme ai pupazzi di neve.
Invece il salto professionale che mi ha portato ad aprire lo show room mi impone (o imporrebbe) di rispettare gli orari stabiliti, aprire il negozio e di conseguenza portare i bambini a scuola.
Quello che in questi mesi ho riscoperto è quanto sia preziosa la libertà di organizzarsi che lavorare in casa ti consente. Se dovessi riassumere in un unica parola il senso della mia scelta sarebbe proprio questa: “libertà”.
Sembrerà sciocco, ma la mia vita è migliorata di molto nel periodo in cui lavoravo solo a casa. I miei figli mi vedevano di più, non c’era mai l’assillo degli orari, e tante piccole cose erano migliori: dalla possibilità di curare meglio l’alimentazione alla gestione della casa.
Sarò sincera, ho scritto in questa rubrica di quanto fosse per me importante l’apertura della sede fisica di NaturalMamma, ma in quel momento probabilmente vivevo una fase di entusiasmo che mi rendeva non equilibrata nelle valutazioni.
Ho spesso detto a me stessa che avere un posto esterno dove lavorare mi avrebbe consentito di concentrare le attività e in qualche modo mi avrebbe contingentato il tempo lavorativo (che effettivamente mentre lavori in casa spesso si espande in modo esagerato, tanto da lavorare mentre fai qualunque altra cosa).
Però non sempre sappiamo mettere in pratica i propositi, pertanto mi è capitato molto spesso di lavorare sia in show room che a casa (alla faccia del ontingentamento) e di annullare così i benefici dello spazio esterno.
Pertanto, per concludere, ritengo che per quel che mi riguarda avere un posto “fuori casa” dove lavorare sia una occasione preziosa, ma che (laddove possibile) andrebbe affiancata e non sostituita alla realtà di lavoro da casa.
La soluzione che ho trovato per me è quella di condividere lo show room con una socia in modo da avere entrambe orari ridotti e di utilizzarlo prevalentemente come ufficio aperto al pubblico, e di ritagliarmi, nuovamente, momenti di lavoro dentro le mura di casa….Quattro ore fuori casa sono sufficienti per incontrare le clienti, per avere momenti di socializzazione esterni a quelli che si hanno in famiglia, ma sono anche sufficientemente brevi da consentirmi di riacquisire le routine che ormai mi sono indispensabili (pranzo coi bimbi e coccole pomeridiane, lavoro domestico, cura della casa e del cibo di famiglia).
Una alternativa simile è pensare al co-working…. del quale conto di parlarvi molto molto presto
Luisa Maria Orsi